Pubblica Amministrazione: rinnovarla cominciando dalle risorse

  di Alessio Mercanti

Sono totalmente d’accordo con quanto affermato da Andrea Orlando sul tema del rinnovo della Pubblica Amministrazione. Occorre quanto prima prevedere meccanismi di inserimento di nuove risorse all’interno dell’apparato pubblico.

Dopo un reale intervento sugli sprechi della macchina pubblica, attraverso un concreto ed efficace sistema di revisione della spesa, è necessario tornare ad investire nella Res Publica.
Per troppi anni si è cercato di reperire risorse pubbliche per andare a sopperire a danni creati ben al di fuori del perimetro pubblico. Non si è mai andati oltre. Non si è mai ragionato su come far veramente funzionare la complessa macchina pubblica.
Negli anni si sono persi centinaia di migliaia di posti pubblici, senza per questo avere un miglioramento dei servizi resi ai cittadini/utenti.
Abbiamo avuto per anni tagli pesanti alle dotazioni organiche delle amministrazioni centrali, decurtazioni dei fondi per il salario accessorio. Risultato? Un peggioramento delle condizioni lavorative e la contestuale esternalizzazione a privati di servizi pubblici, con notevoli aumenti di costi a spese dello Stato.
Per questo motivo sostenere maggiori innesti nella Pubblica Amministrazione significa paradossalmente abbatterne i costi ed aumentarne i benefici a favore di tutti. Significa riportare all’interno del perimetro pubblico tutti quei servizi che oggi sono affidati a società esterne alla PA (di conseguenza con interessi ad essa esterni) andando a generare un cospicuo risparmio per le casse dello Stato.
Ovvio, occorre necessariamente andare a rivedere i sistemi di incentivazione, valutazione e formazione del personale, prevedendo seri meccanismi di premio che sappiano coinvolgere direttamente i lavoratori e che siano il più possibile condivisi con chi li rappresenta.
Per fare ciò non occorre la bacchetta magica, ma è sufficiente avere la capacità di andare oltre i pregiudizi che imprigionano la nostra visione del pubblico impiego e saper ascoltare quello che di buono può emergere dall’interno di quel variegato mondo, andando ad agire laddove necessario ed evitando tutti quegli interventi inutili che servono esclusivamente a cavalcare quell’onda anti-tutto che è il primo vero male di questo Paese.