di Miriam Cominelli
La Lega ha strumentalizzato il voto popolare e lo ha ridotto a uno strumento di mera propaganda elettorale.
Da una parte il risultato del Veneto con il circa 60% di affluenza, che nulla aggiunge a quanto già si sapeva della storica spinta autonomista di quella Regione e che regala a Zaia un’affermazione di consenso personale molto significativa.
Dall’altra il risultato della Lombardia, con il suo 38%, non certo da prima pagina, ben lontano dal 51% auspicato da Maroni lo scorso agosto e poi rivisto al ribasso.
Un risultato che rischia anche di trasformarsi in un danno per i molti che sostengono quella richiesta di autonomia “temperata” per la Lombardia. I quali hanno visto nei 50 milioni spesi per il referendum una presa in giro. Quella dei lombardi è, infatti, una richiesta da declinarsi in più efficienza nella gestione delle risorse piuttosto che nella totale indipendenza da Roma, perché, come dice l’ex Presidente Bassetti, “il mondo che vuole l’autonomia in Lombardia non è di rottura”.
I temi e i modi di questa campagna sono stati invece ambigui, poco chiari, ben lontani dal pragmatismo lombardo: dalla propaganda sul residuo fiscale che penalizza la Lombardia, fatta senza il supporto di dati certi, e che in realtà non era argomento toccato dal quesito, al racconto di una generica autonomia, vagheggiata senza specificare quali delle materie concorrenti fossero interessate. Dare più autonomia alle città metropolitane e ai Comuni non sarebbe invece la scelta più giusta per il nostro territorio?
Avviare una trattativa con lo Stato centrale sulla scorta di quanto fatto dall’Emilia-Romagna per poi chiedere il parere dei cittadini avendo in mano delle proposte concrete, non avrebbe valorizzato maggiormente la legittimazione popolare eventualmente ottenuta invece di mortificarla come nei fatti risulta oggi dopo la modesta partecipazione?
Perché è questo che è avvenuto nelle scorse ore: la strumentalizzazione del voto popolare e la sua riduzione a uno strumento di mero anticipo di campagna elettorale.
La speranza è quella che, rimanendo in un’ottica federalista equilibrata, le giuste istanze della Lombardia possano essere comunque gestite in modo da arrivare ad un, questa volta concreto, risultato positivo.
Miriam Cominelli
Deputata PD
Bresciana, fa parte della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici e della Commissione Bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e agli illeciti ambientali.