intervista ad Alessio Zanoni, coordinatore Sinistra PD-Laburisti Trentino
Dal Partito confederato con Roma alla valorizzazione del rapporto con gli alleati. Il percorso positivo del centrosinistra trentino e la necessità di un nuovo radicamento sul territorio.
Cominciamo dalla peculiarità strutturale del PD del Trentino. Qual è il tratto più distintivo di quest’esperienza?
L’esperienza politica del Centro sinistra autonomista in Trentino ha avuto il grandissimo pregio di “salvarci “ dal ventennio “berlusconiano” proprio perché ha saputo puntare su un progetto politico di coalizione che ha avuto la capacità di radicarsi dentro il comune sentire della società trentina. Dentro quell’esperienza politica e di governo, nel giugno del 2008, circa un anno dopo la nascita del Pd nel resto d’Italia, è nato in Trentino il Partito Democratico del Trentino.
Con che specificità sul piano dell’attività di governo?
Ne è scaturita una stagione politica propizia, durante la quale abbiamo potuto valorizzare, trasformandole in azioni di governo, le nostre sensibilità nel campo del sociale e del mondo del lavoro. Non a caso nella “Mozione Orlando” ho riscontrato sensibilità affini alla nostra esperienza, che da noi si sono concretizzate nel “reddito di attivazione” e nelle nostre politiche attive per l’occupazione: partendo in primis dal “Progettone”, uno strumento di politica attiva ormai consolidato. In questo, sicuramente, la nostra autonomia rappresenta un modello da seguire e da assuemere a livello nazionale.
Per l’appunto: partendo da quest’esperienza, come vanno le cose con il Partito nazionale?
Oggi è avvilente, per chi, come il sottoscritto, ha vissuto da vicino tutta la fase della sua costituzione, constatare che, nei fatti, dentro il Pd tutto sembra muovere su logiche contrapposte rispetto alle originarie intuizioni: nella forma partito oggi prevalgono logiche “dominanti” e come modalità di gestione dello stesso prevalgono logiche del tutto verticistiche.
A quell’intuizione originaria concepita dentro il solco dell’Ulivo, che in ambito locale si è poi ulteriormente sviluppata in un progetto politico che ha saputo fare della pluralità un valore peculiare e distintivo, oggi pare vi sia una netta contrapposizione di principio che guarda invece a logiche maggioritarie che mirano a trasformare il Pd in un soggetto centralista e autoreferenziale.
Questa “mutazione” ha investito anche un territorio come il vostro?
Le primarie nazionali del dicembre scorso sembra abbiano omologato anche il Partito locale dentro una sfera di convenienza dove tutti o quasi i big locali si sono rifugiati, dando di fatto l’impressione di aver abdicato al nostro innato spirito di autogoverno, al solo scopo di non contrapporsi all’onda maggioritaria del momento. Un accasarsi senza il gusto del “sentirsi a casa” ma con l’unica necessità di rimanere ancorati all’onda che in quel momento valeva la pena cavalcare.
Prova di tutto questo la si trova analizzando la difficoltà nella quale si avvita il virtuoso percorso di costituzione del Partito territoriale confederato con il Pd nazionale. Il progetto, vagheggiato fin dalla nascita del Pd in Trentino ma mai attuato, sembrava avesse preso il giusto percorso dopo l’esito delle primarie provinciali del maggio del 2016. Ma oggi siamo ancora ai blocchi di partenza. Nell’ultima Assemblea provinciale, infatti, si è votato un documento proposto sul tema, che però rappresenta poco più che una dichiarazione d’intenti, una non volontà di procedere sulla strada necessaria per dare un futuro positivo sia politico che amministrativo al Trentino.
Tutto ciò anche a causa dell’innata avversità verso le Autonomie speciali che da sempre alberga nei pensieri del nostro Segretario, convinto com’è ancora oggi che si possa governare un Paese con un Partito della nazione.
E domani, dunque?
Il futuro del Partito democratico in Trentino, al fine di presentarsi al meglio alle imminenti sfide elettorali della prossima primavera (elezioni nazionali) e dell’autunno successivo (elezioni amministrative), scaturirà dall’affrontare e risolvere una volta per tutte il nodo dell’autonomia “politica” rispetto al Pd nazionale al solo fine di interpretare fedelmente il ruolo amministrativo richiesto dal nostro Statuto speciale di Autonomia.
Infatti, è impensabile ambire ad amministrare una Provincia autonoma come la nostra partendo da un progetto politico e di Partito che non tenga a riferimento la particolarità istituzionale che ci è propria; questo non significa “tagliare” i contatti con la politica e il Partito a livello nazionale ma, al contrario, questo serve per coniugare al meglio le nostre radici autonome, legate da sempre ad un “civismo originario” necessario a interpretare le specificità di una terra di confine, con l’indispensabile necessità di coniugare queste peculiarità locali con il respiro politico nazione e più ancora europeo e globale.
Una sfida che potremmo vincere solo se saremo in grado di ridare originalità e visione al nostro Partito che per essere credibile – e, soprattutto, incisivo – deve oggi più che mai dare spazio alle idee e non alle ambizioni dei singoli.
Un Partito è per sua natura un soggetto plurale, vero e concreto, dentro il quale si deve compiere una sintesi condivisa delle diverse posizioni sociali e non può rimanere ostaggio del nazional-leaderismo che in quest’epoca ha preso piede nei movimenti politici ma, purtroppo, anche dentro quei partiti, come il PD, che ancora oggi dovrebbero rappresentare un legame forte con “l’idea originaria” impressa nella nostra Costituzione, con l’Articolo 49, dai padri fondatori della Repubblica.
La crisi del “collettivo”- ormai retaggio del secolo scorso -, invece di lasciare spazio ad un “noi” non ideologico, ha portato invece all’esaltazione delle individualità; ma politica e individualismo del leader, come ghiaccio bollente, rappresentano solo un “ossimoro”.
Il Pd sta soffrendo l’occupazione stanca da parte di chi non considera il Partito come tale e invece osanna un soggetto individuale come “garante” dei destini comuni.
Oggi registriamo, anche alla prova dei numeri, che il Pd a “trazione personale” è lontano anni luce dal celebreato 40% dei consensi registrato alle elezioni europee. Oggi raccoglie sicuramente molto meno consensi rispetto al Pd plurale e questo ci indica sicuramente anche la strada da seguire nel futuro.
Qual è la direzione da prendere, allora?
Sul fronte della coerenza politica, anche in Trentino diventa fondamentale aprire prioritariamente un dialogo con i soggetti politici nati di recente a sinistra del Pd, così come diventa fondamentale riscoprire, internamente al Partito, i valori di pluralità e inclusività delle origini.
Alessio Zanoni
Coordinatore Sinistra PD-Laburisti Trentino. Assessore comunale a Riva del Garda con delega ai Lavori pubblici, Mobilità e Patrimonio. Già Segretario del Circolo Pd di Riva del Garda, è membro dell’Assemblea Nazionale del Pd.